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Questo sabato qualunque è un sabato australiano

Airlie Beach, QLD, 29 set 2012, ore 21:37, parcheggio

Il sabato mattina ad Airlie Beach inizia presto se si dorme in van. Tra le cinque e le sei passate c’è quel fresco inaspettato che a volte ti desta dal sonno e ti costringe a coprirti, mentre subito dopo le sei e mezza il sole ti fa pentire di esserti coperto. In un modo o nell’altro alle otto sei già bello sveglio.

Passeggiare lungo la via principale regala alcune novità. Innanzitutto, contrariamente ad altre parti d’Australia, i negozi aprono presto. Otto e mezza quasi tutto aperto. A Perth non esiste proprio. In secondo luogo, se si guarda bene, si può notare un signore che segna con un gesso rosso gli pneumatici delle macchine. Una dopo l’altra tutte quante vengono segnate. Non è un vandalo e nemmeno un pazzo: è il controllore dei parcheggi. In Australia non esiste il disco orario, quindi per far rispettare la sosta massima di un’ora, in centro gira questo signore. Segna le auto, fa un giro di un’ora e poi ripassa. Se vede auto coi segni sugli pneumatici, allora fa la multa. Non sono sicuro che sia una trovata geniale, ma sono sicuro di non averlo mai visto girare tra le auto tra la settimana. Una maniera tutta australiana per ciudere un occhio sulle regole vigenti.

In giro a quest’ora non ci sono tanti giovani, in compenso le famigliole complete di cucciolata e nonni appresso sono sparse un po’ ovunque. Il waterfront, però, è il loro regno. Già a metà mattinata la piscina è gremita di bambini che giocano coi papà e schizzano le mamme e le nonne che li guardano divertite dal bordo piscina. Se durante la settimana ci si chiede se non lavori nessuno in questo paese, nel fine settimana si capisce bene che in effetti qualcuno lavora. Verso mezzogiorno iniziano a comparire anche i giovani e a metà pomeriggio gli spazi liberi sul prato che circona lo specchio d’acqua sono davvero pochi. In genere le famigliole si prestano anche per il barbeque del pomeriggio. Già sin dalle undici le griglie più vicine all’acque, sempre quelle griglie che il comune mette a disposizione di tutti gratuitamente, cominciano ad essere occupate da rotoli di carta assorbente e bottiglie di olio. Accanto, maschi più o meno alfa fanno sfoggio delle loro attrezzature da pic nic. Tavoli pieghevoli, frigo portatili, seggiole da campeggio e quant’altro, riempiono i petti d’orgoglio di chi li adopera. L’importante è saperli montare. Al minimo accenno di tentennamento ecco che scatta l’occhiata condiscendente del vicino. Come a dire: “E’ bello, sì, ma se non lo sai montare…”.

La ‘iornata scorre così tranquilla, tra bagni, sole e barbecue. Al tramonto, a volte metà pomeriggio, le famigliole si dileguano. Tavolini, seggioli e teli: tutto sparito. Pochi bambini in piscina. A metà pomeriggio spariscono, o appaiono, a seconda dell’ora del venerdì notte, anche i patiti del football. All’orario della partita i pub del centro sono gremiti di tifosi e di gente che approfitta della scusa della partita per iniziare a bere prima del solito. Niente calcio o rugby o cricket: football australiano. E’ uno sport tra il calcio e il rugby. Tre porte, la palla si calcia e si passa con le mani e vince chi segna di più. Si capisce che inizia la partita perchè le urla dei tifosi si spandono per tutta la città. Se non sai che giocano ti viene da preoccuparti. Che succede? Una manifestazione? Una rivolta? No, solo football. Tutto il mondo è paese. I non patiti di sport o i non beventi si consolano al parco, dove un palco è stato allestito e dove una serie di band si esibisce dal tramonto fino alle dieci di sera. Intorno al palco sono spuntati stand gastronomici e bancarelle di vestiti. Niente piade, porchette o borlenghi, ma torte di carne, sorbetto di mango e cibo thailandese. Un banco che vende fragole freschissime spande i suoi odori per mezza festa. Coloro che invece proprio non vogliono saperne di tutta questa confusione accendono un falò sulla spiaggia e si passano la serata bevendo e cantando. Non faranno il bagno di mezzanotte tutti nudi, per via delle meduse, o forse lo faranno e domani si chiederanno come mai non riescono più a sentire parti del loro corpo. Quelli che hanno iniziato a bere per via della partita stanno ormai vagando per le strade del centro, cercando di accalappiare una delle numerosissime ragazze che passeggiano tranquille. I più resistenti stanno ancora dentro ai locali, ma il tono di voce e la compostezza sono decisamente cambiati rispetto alle sei del pomeriggio. Le ragazze, invece, sono sempre magnifiche. La serata finirà quando termineranno di servire alcolici, quando i locali chiuderanno e tutti saranno a dormire. Chi a casa, chi su una panchina, chi in spiaggia e chi in van.

Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l’ore, ed al travaglio usato ciascuno il suo pensier farà ritorno”. O forse non ad Airlie Beach, Australia.

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